Collegamenti sponsorizzati
Cambiamenti climatici
Cause dei cambiamenti climatici
Articolo aggiornato il 08-06-2016I cambiamenti climatici che si stanno riscontrando negli ultimi decenni causano diversi effetti negativi sia per l’uomo che per l’ambiente come: temperature medie più elevate, modifica dei regimi delle precipitazioni, scioglimento dei ghiacci e della neve e aumento del livello medio globale del mare. Su questo tema sono in corso numerosi e approfonditi dibattiti per comprendere in quale misura i cambiamenti climatici, che si stanno verificando sulla Terra, siano causati dall’attività umana. Analizziamo la problematica e segnaliamo i link di enti pubblici e società che si occupano dell’argomento.

Cause/effetti dei cambiamenti climatici
Il fenomeno del cambiamento climatico è ormai un fatto acquisito non solo per la comunità scientifica ma anche per tutti i comuni cittadini, poiché è una realtà sostenuta da evidenze scientifiche; ed è una delle più gravi minacce per la vita umana sia presente che futura in quanto provoca effetti indesiderati come: aumento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai, ampliamento degli eventi legati a siccità e alluvioni. Per questo il fenomeno deve essere combattuto nei prossimi anni con maggior vigore e non messo in secondo piano sia dagli organi di informazione che dai governi di tutto il mondo. Facendo un’attenta l’analisi dei rischi e delle vulnerabilità vediamo che questi sono molto diversi sulla base delle zone del pianeta, della particolarità dei territori e delle misure attuate dalle varie nazioni. Gli eventi climatici estremi e l’aumento delle temperature che si accompagnano ai cambiamenti climatici hanno maggiore effetto sulle zone e le popolazioni più povere, meno protette, con risorse economiche più limitate. Ma anche nei paesi con economie più sviluppate sono presenti vaste aree che possono soffrire in maniera tragica di questi cambiamenti come le zone periferiche e degradate delle metropoli, le aree agricole secondarie o le aree costiere; per quanto detto nessun abitante della Terra è esente dagli effetti del cambiamento climatico. Questi fenomeni non solo gravano in maniera diretta sulla salute e il benessere delle popolazioni ma anche sulla capacità di produzione alimentare, sull’accesso alle risorse idriche e all’energia elettrica, sull’integrità e salubrità dell’ambiente. Al di là di questi rischi ce ne sono anche altri per la salute presenti nella vita quotidiana quali la diffusione delle malattie tropicali e l’aumento delle malattie respiratorie dovute alla maggiore concentrazione di ozono nella parte bassa dell’atmosfera. Infine il riscaldamento terrestre può far aumentare i rischi di guerre civili e gli scontri tra gruppi o tribù facendo lievitare fattori, come la povertà e gli shock economici, che causano questi scontri.
IPPC – Gruppo di lavoro per i cambiamenti climatici
Le Nazioni Unite hanno creato un gruppo di lavoro composto da scienziati di tutto il mondo per indagare sul fenomeno del cambiamento climatico e sulle sue cause denominato Ipcc (Intergovernmental Panel for Climate Change), che presenta ogni anno dei rapporti sui cambiamenti climatici. Secondo questo gruppo di esperti restano soltanto 10 anni per cambiare rotta, e nel caso non si arrivasse a raggiungere l’obiettivo stimato, per la fine del secolo la temperatura media mondiale aumenterà di 3,7 gradi C° e il livello dei mari si alzerà di 60 centimetri. Si è riscontrato che un aumento superiore ai 2 °C, rispetto alle temperature precedenti lo sviluppo industriale, aumenta il rischio di cambiamenti pericolosi per i sistemi umani e naturali del pianeta. L’incessante riscaldamento climatico ha raggiunto l’apice negli ultimi trenta anni, che sono stati i più caldi da 1.400 anni ad oggi. Il mese di luglio 2015 è stato il più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni a livello mondiale. Secondo l’Ipcc un elemento fondamentale delle modificazioni del clima è l’anidride carbonica, sostanza che ha accresciuto la sua concentrazione globale del 40% dal 1750 (la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera è aumentata fortemente passando da 280 a 400 parti per milione, un valore mai raggiunto negli ultimi 800mila anni); ciò è dovuto innanzitutto all’uso intensivo dei combustibili fossili e alla grandissima deforestazione. I cambiamenti climatici fanno sì che aumenti la pressione sugli ecosistemi, con conseguenze che provocano spostamenti verso nord di numerose specie animali e vegetali. Recenti stime ci dicono che al momento le attività dell'uomo contribuiscono a immettere nell'atmosfera circa 40 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno, partecipando ad alterare il fragile equilibrio del ciclo del carbonio. Meno del 50% di questa anidride carbonica rimane nell'atmosfera terrestre, mentre la parte rimanente viene assorbita da vari processi in atto sulla superficie del pianeta e negli oceani. L’Ipcc rileva un impatto negativo nei seguenti settori: agricoltura, infrastrutture, foreste, produzione energetica, turismo; inoltre sottolinea l’esigenza di investire nell’adattamento dell’agricoltura e dell’economia alle conseguenze del riscaldamento terrestre. Inoltre si occupa di “rischi e opportunità” affermando che i rischi sono il risultato dell’interazione di tre fattori diversi: gli eventi climatici veri e propri in particolare quelli estremi che si intensificano in forza e frequenza, gli elementi a rischio di un territorio (beni, proprietà, campi, colture) e la sensibilità al rischio di un certo territorio, o di parte di esso. Le vulnerabilità sono frutto di diversi fattori, non solo geografici ma anche economici, sociali e ambientali. Tutte le popolazioni del mondo sono esposte a rischi diversi, ma è chiaro che una certa area è tanto più vulnerabile quando è del tutto impreparata, soprattutto se già fortemente indebolita da una cattiva gestione economica e politica.
Attività umane che portano a cambiamenti climatici
Le attività umane emettono una forte quantità di gas a effetto serra nell'atmosfera, che accrescono le concentrazioni di questi gas, aumentando così tale effetto e surriscaldando il clima. Vengono definiti gas serra quei gas presenti in atmosfera, che sono trasparenti alla radiazione solare in entrata sulla Terra ma riescono a trattenere, in maniera consistente, la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera e dalle nuvole. Detti gas vengono immessi nell’atmosfera sia attraverso processi naturali sia attraverso attività umane e sono tra i maggiori indiziati come causa principale dei cambiamenti climatici. Tra questi gas a effetto serra presenti nell'atmosfera terrestre quello più importante è il “vapore acqueo”. Altri gas serra che sono di origine antropica presenti nell'atmosfera terrestre sono il biossido di carbonio (CO2), l’ossido di azoto (N2O) e il metano (CH4). Segnaliamo alcune tra le più importanti fonti di gas a effetto serra prodotte dall'attività dell’uomo:
- combustione di carburanti di provenienza fossile (petrolio, carbone, gas) per produrre energia, per i trasporti, per l'industria e per uso civile o domestico;
- conferimento in discarica dei rifiuti;
- trasformazioni nell’utilizzo dei terreni (in particolare la deforestazione);
- attività del settore agricolo;
- utilizzo dei gas fluorurati di tipo industriale.
Link utili sul cambiamento climatico
- conferimento in discarica dei rifiuti;
- trasformazioni nell’utilizzo dei terreni (in particolare la deforestazione);
- attività del settore agricolo;
- utilizzo dei gas fluorurati di tipo industriale.
Link utili sul cambiamento climatico
Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) è un ente di ricerca no-profit costituito da diversi Ministeri italiani nell’ambito del Programma Strategico Nazionale della ricerca. Ha come scopo quello di realizzare in Italia un “Centro di eccellenza sullo studio integrato di temi riguardanti i cambiamenti climatici”. E’ anche un punto di riferimento istituzionale sia nazionale che internazionale in grado di supportare a livello tecnico-scientifico istituzioni, aziende pubbliche. L’ISPRA ha diffuso, in particolare per quanto riguarda lo scenario italiano, il Rapporto “Italian Greenhouse Gas Inventory” del 2016 in cui si descrive la comunicazione ufficiale italiana dell’inventario delle emissioni dei gas serra in accordo a quanto previsto nell’ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC), del protocollo di Kyoto e del Meccanismo di Monitoraggio dei Gas Serra dell’Unione Europea.. A livello europeo troviamo l'AEA Agenzia europea per l'ambiente che si occupa a tutto tondo del fenomeno che riguarda il cambiamento climatico descrivendo le politiche comunitarie e le attività messe in campo per contenere talel fenomeno.
Lascia un commento su questa pagina:
Collegamenti sponsorizzati
Argomenti Correlati
Ambiente
La tutela ambientale consiste nella preservazione degli ecosistemi e della ...Inquinamento dell'aria
L'inquinamento dell'aria è per voi una materia da approfondire per vostra ...ARTICOLI CONSIGLIATI
- Microplastiche
- Isola di plastica che inquina le acque
- Fazzoletti di carta e ambiente
- Vantaggi e svantaggi delle auto elettriche
- Inquinamento elettromagnetico
- Illuminazione led: vantaggi e svantaggi
- Ttip: garantisce la sicurezza alimentare?
- Importanza della difesa del suolo
- La mobilità sostenibile migliora la vita
- Compiti e competenze del mobility manager
- Figure professionali emergenti nel “Green job”
- Certificazione energetica degli edifici
- Diventare “carbon manager”
- Perché fermare il consumo del suolo
- La "Green economy" italiana
- Cibo-Salute: sicurezza alimentare in Italia
- Inquinamento luminoso: effetti sull'ambiente
- Inquinamento dell'aria da gas fluorurati
- Inquinamento ambientale in Italia
- Che cosa è il sistema Haccp
Cerca nella tua Regione
Cerca nella tua Provincia
Collegamenti sponsorizzati