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Oli esausti

Corrette modalità per smaltire gli oli esausti

Articolo aggiornato il 21-01-2013

Gli oli esausti rappresentano un problema rilevante per la loro gestione e il loro smaltimento in quanto sono dei rifiuti pericolosi, cioè in grado di inquinare e recare danni all’ecosistema. Trattiamo la raccolta, gestione e smaltimento degli oli usati, in particolare ci occupiamo degli oli provenienti da motori a combustione interna e sistemi di trasmissione. Inoltre segnaliamo i link di aziende o consorzi che operano nel settore.
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Oli esausti

Viene così definito l’olio esausto al I comma, dell'art. 1 dalla norma di riferimento che è il D.Lgs. n.95 del 27 gennaio1992 "qualsiasi olio industriale o lubrificante, a base minerale o sintetica, divenuto improprio all'uso cui era inizialmente destinato, in particolare gli oli usati dei motori a combustione interna e dei sistemi di trasmissione, nonché gli oli minerali per macchinari, turbine o comandi idraulici e quelli contenuti nei filtri usati”. Gli oli esausti sono considerati “rifiuti speciali pericolosi” e sono presenti nel “Codice CER” (Catalogo europeo dei rifiuti) al capitolo n.13. Gli oli usati vengono classificati in tre categorie di rifiuto come segue:
Oli chiari - quelli provenienti da prodotti di attività industriali, che in generale vengono totalmente riciclati;
Oli scuri - che provengono in particolare dai motori a combustione interna (usati principalmente nei veicoli a motore) in cui sono presenti metalli e residui di combustione; in genere vengono rigenerati o recuperati per produrre energia;
Oli esausti solubili - ovvero quelli usati per preparati alimentari.
I macchinari usati nelle attività industriali e i motori a combustione interna degli autoveicoli e natanti necessitano di essere lubrificati durante il loro funzionamento, per cui vengono utilizzati appropriati oli per la lubrificazione a base minerale o sintetica; questi lubrificanti durante il loro impiego si logorano e vengono sottoposti a trasformazioni chimico-fisiche che ne degradano la qualità e che portano alla loro regolare sostituzione. In diverse attività produttive abbiamo oli esausti di risulta che se non smaltiti in modo corretto oppure se dispersi nell’ambiente provocano un forte impatto sull’ecosistema e sono in grado di deteriorare falde acquifere, coltivazioni, fognature e ambiente marino (la quantità di olio usato per sostituzione in un automobile può inquinare, se sversato in acqua, una superficie equivalente ad un campo di calcio). Per questo è  importante smaltire questi oli usati in maniera attenta e corretta, con l’ausilio di aziende autorizzate e specializzate nella raccolta e nello smaltimento di olio esausto.

Oli esausti: Link di riferimento
Segnaliamo alcuni link di consorzi, enti o imprese che si interessano della gestione degli oli esausti e che sono rilevanti nel panorama italiano ed europeo. Coou è il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati che è formato dalle aziende che si occupano della raccolta e della destinazione dell’olio lubrificante usato e degli impianti di smaltimento e rigenerazione; tratta in modo approfondito tutti i temi relativi alla gestione, in tutte le sue fasi, degli oli esausti. Europa è il portale che si occupa della legislazione dell’unione europea proponendo anche brevi commenti su ogni singola direttiva, tratta anche degli oli esausti e mette a disposizione la Direttiva 75/439/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, che mira a promuovere la raccolta e l'eliminazione degli oli usati. La Elf del Gruppo energetico Total sul suo sito si occupa dello smaltimento degli oli usati trattando della loro pericolosità per l’ambiente, indicando le modalità per gestirli, stoccarli e smaltirli. Youservice è un’impresa multiservizi che opera a Roma e dintorni e che all'interno del suo sito web si occupa della raccolta, ritiro e smaltimento rifiuti, e tra questi degli oli esausti.

Oli esausti: Raccolta e gestione
Gli oli usati sono parzialmente biodegradabili, quindi smaltirli nell'ambiente comporta l’esposizione a numerosi pericoli per gli ecosistemi; se li gettiamo in acqua diminuiscono la quantità di ossigeno presente e disponibile per la flora presente nel posto, se invece li abbandoniamo sul terreno, gli oli esausti raggiungono la falda entrando nell’acqua e di seguito nel ciclo biologico con gravi danni all’ambiente. Inoltre, la loro combustione, se non sottoposta a controllo, produce emissioni e residui in grado di provocare danni all’ecosistema circostante. E’ importante rilevare che la raccolta di olio usato apporta rilevanti  benefici economici che riusciamo ad ottenere effettuando in maniera corretta il loro recupero. Facendo riferimento alle caratteristiche qualitative dell'olio usato, il prodotto raccolto può essere avviato a: rigenerazione, combustione, trattamento e termodistruzione. La parte più rilevante dell’olio esausto raccolto viene adoperato negli impianti di rigenerazione come materiale di base per fornire: nuovo olio (che ha caratteristiche analoghe a quello di origine), gasolio, combustibile e bitume. Mentre l’olio usato non rigenerabile è utilizzato in impianti industriali (che devono essere in possesso delle dovute autorizzazioni) in cui viene adoperato come combustibile, prendendo il posto in particolare del carbone e dei suoi derivati; viene utilizzato soprattutto nei cementifici, perché contiene particelle di ferro che non lo rendono raffinabile, ma che a temperatura superiore ai 1.200 C° anche quelle piccole parti vengono combuste e vanno a migliorare le caratteristiche del cemento. C’è una parte molto modesta di olio usato che non è possibile riutilizzare (perché contaminato in modo irreversibile) che è destinata alla termodistruzione (meno dell’1%).

Oli esausti: Che cosa non fare
Nel caso in cui l’olio usato non venga trattato in modo corretto può diventare un potente agente inquinante e per il D.Lgs. 95/92 “gli oli usati debbono essere eliminati evitando danni alla salute e all'ambiente”. In particolare è fatto divieto di effettuare:
a) qualsiasi scarico degli oli usati nelle acque interne di superficie, nelle acque sotterranee, nelle acque marine territoriali e nelle canalizzazioni;
b) qualsiasi deposito o scarico di oli usati che abbia effetti nocivi per il suolo, come pure qualsiasi scarico incontrollato di residui risultanti dal trattamento degli oli usati;
c) qualsiasi trattamento di oli usati che provochi un inquinamento dell'aria superiore al livello fissato dalle disposizioni vigenti.
Il decreto stabilisce anche che “è fatto divieto ai consumatori di procedere alla diretta eliminazione degli oli usati”. 
Diamo alcune indicazioni semplici e pratiche su come non debbono essere trattati gli oli usati:
- adoperarli come combustibile per il riscaldamento
- gettarli in pozzetti di raccolta rifiuti e scorie, in canali di scolo o scarico
- usarli in qualità di diserbanti
- tenerli alla portata dei bambini
- metterli vicini a fonti di calore
- miscelarli con altre sostanze (esempio fluidi antigelo)
- utilizzarli per proteggere opere e materiali di legno.
Per la loro conservazione è invece possibile stoccare l'olio usato in contenitori stagni. In caso di uno smaltimento anche occasionale è bene affidarsi a un consorzio oli usati autorizzato dagli enti preposti. Infine sono previste  sanzioni, in caso di: scarico degli oli usati delle acque interne di superficie e acque sotterranee, nelle acque marine territoriali e nelle canalizzazioni; deposito e/o scarico di oli usati che abbiano effetti nocivi per il suolo, come pure di qualsiasi scarico incontrollato di residui risultati dal trattamento degli oli usati; in questi casi è previsto "l'arresto sino a due anni" o "un'ammenda da 2.560 a 10.330 €".

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